È passato un po' di tempo dall’ultima mia email, lo ammetto. Negli ultimi giorni, il mondo intero ha gli occhi puntati sulla morte di Papa Francesco, sulla sua eredità e sul conclave ormai imminente. Il mistero che avvolge l’elezione del successore di Pietro alimenta articoli, podcast e persino maratone di film a tema. Del resto, siamo umani: anche il gossip ecclesiastico ci incolla allo schermo.
Tra fantaconclave e totonomi, però, la ripetitività può stancare. Dopo la ventesima prima pagina sul cardinale di turno che "rivoluzionerà" la Chiesa, anch’io ho alzato bandiera bianca. Ho dunque deciso di spostare lo sguardo oltre confine, cercando nuove prospettive.
Questa mattina ho aperto il sito di Times of Israel, dove in prima pagina non c’è traccia di Papa né di conclave. In apertura campeggia, invece, la notizia di un piano approvato all’unanimità dal governo israeliano: un’operazione militare su scala più ampia, con l’obiettivo di "conquistare" e occupare la Striscia di Gaza.
Secondo funzionari israeliani, la messa in atto verrà sospesa fino alla visita di Donald Trump—attesa la prossima settimana—per cercare un accordo di cessate il fuoco. Mi domando come possa essere sincero tale sforzo.
Il documento strategico prevede che le Forze di Difesa israeliane (IDF) avanzino nel territorio di Gaza, spostino i civili verso sud e annientino le posizioni di Hamas, ostacolando al contempo l’appropriazione degli aiuti umanitari da parte dei miliziani. Il ministro Bezalel Smotrich non usa mezzi termini: «Israele si appresta finalmente a conquistare la Striscia di Gaza». L’operazione rientrerebbe in una vera e propria annessione e, per il governo israeliano, rappresenterebbe l’unica via per liberare gli ostaggi.
Ma secondo il forum Hostages and Missing Families, questo piano rischia di compromettere qualsiasi possibilità di salvataggio. Smotrich ha ribadito che l’IDF non si ritirerà nemmeno in cambio degli ostaggi, perché la vittoria è l’obiettivo primario.
Tutto accade sotto i nostri occhi, mentre siamo distratti dalle immagini di Trump-Papa o Trump-Jedi. La sera del 5 maggio, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla Knesset, il parlamento israeliano, per protestare contro il piano. Le tensioni sono sfociate in scontri violenti con la polizia.
Nello stesso momento, l’IDF, coordinato con gli Stati Uniti, ha bombardato il porto di Hodeida, in Yemen, dopo il lancio di un missile Houthi sull’aeroporto di Tel Aviv.
L’Unione Europea, per ora, si limita a dichiarazioni di «profonda preoccupazione» per le mosse israeliane. Mi domando cosa possa fare una affermazione del genere davanti alla follia di una (più di una) persona. Cosa potrebbe fare l’UE? Cosa può fare l’UE, e con quale speranza, per riportare la diplomazia e i negoziati quando si è al cospetto di un governatore egomaniaco che prende decisioni tanto estreme?
Parliamone.
Ti auguro una buona settimana.